venerdì 17 novembre 2017

Giornata per il Seminario - Colletta

Domenica 26 novembre 2017

Giornata Nazionale di "ringraziamento" per i nostri sacerdoti    


“Prendiamoci cura dei sacerdoti come loro si prendono cura di noi. Doniamo a chi si dona.”Così recita la locandina che verrà inviata in tutte le parrocchia italiane in occasione della 29esima Giornata Nazionale per il sostentamento dei sacerdoti diocesani, il 26 novembre, domenica dedicata a Cristo Re.

L’appuntamento annuale richiama l’attenzione dei fedeli sull’opera instancabile dei 35mila sacerdoti sempre in mezzo a noi e pronti ad aiutarci nelle fatiche della vita. Le Offerte sono dedicate al loro sostentamento. Inoltre sarà possibile accedere ad un contributo in denaro per le parrocchie che, sul tema delle Offerte, organizzeranno corsi formativi per i fedeli.
Le Offerte per il sostentamento dei sacerdoti sono lo strumento che permette a ogni fedele di contribuire, secondo un principio di corresponsabilità, al sostentamento di tutti i sacerdoti diocesani, che assicurano una presenza costante in tutte le parrocchie per annunciare il Vangelo e supportare le comunità.
I sacerdoti si affidano quindi alla comunità, per essere liberi di servire tutti, senza dover pensare al proprio sostentamento. Essi dedicano la vita agli altri con una presenza costante che si declina in gesti a volte coraggiosi e a volte semplici di vicinanza.
Destinate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero, queste Offerte sono uno strumento perequativo e di solidarietà nazionalescaturito dalla revisione concordataria del 1984, per sostenere l’attività pastorale dei 35mila sacerdoti diocesani. Infatti da quasi 30 anni i sacerdoti non ricevono più uno stipendio dallo Stato ed è responsabilità di ogni fedele partecipare al loro sostentamento, anche attraverso queste Offerte.
Aiutare in maniera concreta i nostri sacerdoti credo sia un dovere di tutti noi che ne apprezziamo la missione e l’operato. Quest’anno, per la prima volta dopo anni, stiamo registrando una ripresa delle Offerte: ogni Offerta, anche di minimo importo, sostiene un sacerdote e gli dà energia per continuare a svolgere la sua missione e aiutare i più poveri. Vi invito dunque a fare una donazione, infatti se crediamo nei sacerdoti, spetta a noi, in prima persona, sostenerli” spiega il responsabile del Servizio Promozione Sostegno Economico alla Chiesa cattolica, Matteo Calabresi.
Nel 2016 sono state raccolte 99.906 Offerte, per un totale di euro 9.365.946.
L’iniziativa è promossa dal Servizio Promozione Sostegno Economico alla Chiesa cattolica e si avvale del supporto di una rete di 225 incaricati diocesani che, con la collaborazione dei referenti parrocchiali, affiancano i parroci nella sensibilizzazione al tema.

domenica 1 ottobre 2017

Giornata Missionaria mondiale 2017 (domenica 22 ottobre)


La missione al cuore della fede cristiana

Cari fratelli e sorelle,
anche quest’anno la Giornata Missionaria Mondiale ci convoca attorno alla persona di Gesù, «il primo e il più grande evangelizzatore» (Paolo VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 7), che continuamente ci invia ad annunciare il Vangelo dell’amore di Dio Padre nella forza dello Spirito Santo. Questa Giornata ci invita a riflettere nuovamente sulla missione al cuore della fede cristiana. Infatti, la Chiesa è missionaria per natura; se non lo fosse, non sarebbe più la Chiesa di Cristo, ma un’associazione tra molte altre, che ben presto finirebbe con l’esaurire il proprio scopo e scomparire. Perciò, siamo invitati a porci alcune domande che toccano la nostra stessa identità cristiana e le nostre responsabilità di credenti, in un mondo confuso da tante illusioni, ferito da grandi frustrazioni e lacerato da numerose guerre fratricide che ingiustamente colpiscono specialmente gli innocenti. Qual è il fondamento della missione? Qual è il cuore della missione? Quali sono gli atteggiamenti vitali della missione?
La missione e il potere trasformante del Vangelo di Cristo, Via, Verità e Vita
1. La missione della Chiesa, destinata a tutti gli uomini di buona volontà, è fondata sul potere trasformante del Vangelo. Il Vangelo è una Buona Notizia che porta in sé una gioia contagiosa perché contiene e offre una vita nuova: quella di Cristo risorto, il quale, comunicando il suo Spirito vivificante, diventa Via, Verità e Vita per noi (cfr Gv 14,6). È Via che ci invita a seguirlo con fiducia e coraggio. Nel seguire Gesù come nostra Via, ne sperimentiamo la Verità e riceviamo la sua Vita, che è piena comunione con Dio Padre nella forza dello Spirito Santo, ci rende liberi da ogni forma di egoismo ed è fonte di creatività nell’amore.
2. Dio Padre vuole tale trasformazione esistenziale dei suoi figli e figlie; trasformazione che si esprime come culto in spirito e verità (cfr Gv 4,23-24), in una vita animata dallo Spirito Santo nell’imitazione del Figlio Gesù a gloria di Dio Padre. «La gloria di Dio è l’uomo vivente» (Ireneo, Adversus haereses IV, 20, 7). In questo modo, l’annuncio del Vangelo diventa parola viva ed efficace che attua ciò che proclama (cfr Is 55,10-11), cioè Gesù Cristo, il quale continuamente si fa carne in ogni situazione umana (cfr Gv 1,14).
La missione e il kairos di Cristo
3. La missione della Chiesa non è, quindi, la diffusione di una ideologia religiosa e nemmeno la proposta di un’etica sublime. Molti movimenti nel mondo sanno produrre ideali elevati o espressioni etiche notevoli. Mediante la missione della Chiesa, è Gesù Cristo che continua ad evangelizzare e agire, e perciò essa rappresenta il kairos, il tempo propizio della salvezza nella storia. Mediante la proclamazione del Vangelo, Gesù diventa  sempre nuovamente nostro contemporaneo, affinché chi lo accoglie con fede e amore sperimenti la forza trasformatrice del suo Spirito di Risorto che feconda l’umano e il creato come fa la pioggia con la terra. «La sua risurrezione non è una cosa del passato; contiene una forza di vita che ha penetrato il mondo. Dove sembra che tutto sia morto, da ogni parte tornano ad apparire i germogli della risurrezione. È una forza senza uguali» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 276).
4. Ricordiamo sempre che «all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva» (Benedetto XVI, Lett. enc. Deus caritas est, 1). Il Vangelo è una Persona, la quale continuamente si offre e continuamente invita chi la accoglie con fede umile e operosa a condividere la sua vita attraverso una partecipazione effettiva al suo mistero pasquale di morte e risurrezione. Il Vangelo diventa così, mediante il Battesimo, fonte di vita nuova, libera dal dominio del peccato, illuminata e trasformata dallo Spirito Santo; mediante la Cresima, diventa unzione fortificante che, grazie allo stesso Spirito, indica cammini e strategie nuove di testimonianza e prossimità; e mediante l’Eucaristia diventa cibo dell’uomo nuovo, «medicina di immortalità» (Ignazio di Antiochia, Epistula ad Ephesios, 20, 2).
5. Il mondo ha essenzialmente bisogno del Vangelo di Gesù Cristo. Egli, attraverso la Chiesa, continua la sua missione di Buon Samaritano, curando le ferite sanguinanti dell’umanità, e di Buon Pastore, cercando senza sosta chi si è smarrito per sentieri contorti e senza meta. E grazie a Dio non mancano esperienze significative che testimoniano la forza trasformatrice del Vangelo. Penso al gesto di quello studente Dinka che, a costo della propria vita, protegge uno studente della tribù Nuer destinato ad essere ucciso. Penso a quella celebrazione eucaristica a Kitgum, nel Nord Uganda, allora insanguinato dalla ferocia di un gruppo di ribelli, quando un missionario fece ripetere alla gente le parole di Gesù sulla croce: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?», come espressione del grido disperato dei fratelli e delle sorelle del Signore crocifisso. Quella celebrazione fu per la gente fonte di grande consolazione e tanto coraggio. E possiamo pensare a tante, innumerevoli testimonianze di come il Vangelo aiuta a superare le chiusure, i conflitti, il razzismo, il tribalismo, promuovendo dovunque e tra tutti la riconciliazione, la fraternità e la condivisione.
La missione ispira una spiritualità di continuo esodo, pellegrinaggio ed esilio
6. La missione della Chiesa è animata da una spiritualità di continuo esodo. Si tratta di «uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 20). La missione della Chiesa stimola un atteggiamento di continuo pellegrinaggio attraverso i vari deserti della vita, attraverso le varie esperienze di fame e sete di verità e di giustizia. La missione della Chiesa ispira una esperienza di continuo esilio, per fare sentire all’uomo assetato di infinito la sua condizione di esule in cammino verso la patria finale, proteso tra il “già” e il “non ancora” del Regno dei Cieli.
7. La missione dice alla Chiesa che essa non è fine a sé stessa, ma è umile strumento e mediazione del Regno. Una Chiesa autoreferenziale, che si compiace di successi terreni, non è la Chiesa di Cristo, suo corpo crocifisso e glorioso. Ecco allora perché dobbiamo preferire «una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze» (ibid., 49).
I giovani, speranza della missione
8. I giovani sono la speranza della missione. La persona di Gesù e la Buona Notizia da Lui proclamata continuano ad affascinare molti giovani. Essi cercano percorsi in cui realizzare il coraggio e gli slanci del cuore a servizio dell’umanità. «Sono molti i giovani che offrono il loro aiuto solidale di fronte ai mali del mondo e intraprendono varie forme di militanza e di volontariato [...]. Che bello che i giovani siano “viandanti della fede”, felici di portare Gesù in ogni strada, in ogni piazza, in ogni angolo della terra!» (ibid., 106). La prossima Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si celebrerà nel 2018 sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, si presenta come occasione provvidenziale per coinvolgere i giovani nella comune responsabilità missionaria che ha bisogno della loro ricca immaginazione e creatività.
Il servizio delle Pontificie Opere Missionarie
9. Le Pontificie Opere Missionarie sono strumento prezioso per suscitare in ogni comunità cristiana il desiderio di uscire dai propri confini e dalle proprie sicurezze e prendere il largo per annunciare il Vangelo a tutti. Attraverso una profonda spiritualità missionaria da vivere quotidianamente, un impegno costante di formazione ed animazione missionaria, ragazzi, giovani, adulti, famiglie, sacerdoti, religiosi e religiose, Vescovi sono coinvolti perché cresca in ciascuno un cuore missionario. La Giornata Missionaria Mondiale, promossa dall’Opera della Propagazione della Fede, è l’occasione propizia perché il cuore missionario delle comunità cristiane partecipi con la preghiera, con la testimonianza della vita e con la comunione dei beni per rispondere alle gravi e vaste necessità dell’evangelizzazione.
Fare missione con Maria, Madre dell’evangelizzazione
10. Cari fratelli e sorelle, facciamo missione ispirandoci a Maria, Madre dell’evangelizzazione. Ella, mossa dallo Spirito, accolse il Verbo della vita nella profondità della sua umile fede. Ci aiuti la Vergine a dire il nostro “sì” nell’urgenza di far risuonare la Buona Notizia di Gesù nel nostro tempo; ci ottenga un nuovo ardore di risorti per portare a tutti il Vangelo della vita che vince la morte; interceda per noi affinché possiamo acquistare la santa audacia di cercare nuove strade perché giunga a tutti il dono della salvezza.

Dal Vaticano, 4 giugno 2017, Solennità di Pentecoste

giovedì 22 giugno 2017

Domenica 25 giugno 2017 - Giornata per la Carità del Papa

Una pratica molto antica

che arriva fino ad oggi

Nasce con lo stesso cristianesimo la pratica di sostenere materialmente coloro che hanno la missione di annunciare il Vangelo, perché possano impegnarsi interamente nel loro ministero, prendendosi anche cura dei più bisognosi (cfr Atti degli Apostoli 4,34; 11,29).

Alla fine del secolo VIII, gli anglosassoni, dopo la loro conversione, si sentirono tanto legati al Vescovo di Roma, che decisero di inviare in maniera stabile un contributo annuale al Santo Padre. Così nacque il “Denarius Sancti Petri” (Elemosina a San Pietro), che ben presto si diffuse nei Paesi europei. 
Questa, come altre pratiche analoghe, passò attraverso molte e diverse vicissitudini nel corso dei secoli, fino a quando fu benedetta dal Papa Pio IX, con l’Enciclica Saepe venerabilis del 5 agosto 1871.
Attualmente, questa colletta ha luogo in tutto il mondo cattolico, per lo più il 29 giugno o la domenica più vicina alla Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo.

Per saperne di più: http://www.obolodisanpietro.va  
Fonte: Vaticano

Nella nostra Diocesi le raccolte avvengono domenica 25 giugno 2017

giovedì 9 marzo 2017

8Xmille. Salvatore, nuovo economo della Cei: rafforzare la trasparenza su opere e conti

Comincia nel segno di nuovi passi avanti sul fronte della rendicontazione l’incarico del nuovo economo della Cei, il diacono Mauro Salvatore. Alla prima uscita pubblica ufficiale, di fronte alla platea degli economi diocesani e direttori degli uffici amministrativi, riuniti da ieri a Salerno per il loro convegno nazionale, lo ha spiegato lui stesso: «Entrerà in vigore a partire dall’estate 2017 la determinazione dell’ultima Assemblea generale della Cei, votata all’unanimità dai vescovi italiani a maggio scorso, in materia di massima chiarezza e trasparenza nell’amministrazione dei beni e nell’assegnazione di contributi 8xmille».

Il riferimento è all’aggiornamento della norma (n. 5 della delibera n.57) che, confermando la linea di rigore finora adottata dalla Cei, rafforza la trasparenza amministrativa, aggiornando i requisiti per l’accesso ai fondi 8xmille. «Le novità, condivise anche in sede di Commissione paritetica Stato-Chiesa, saranno sia a monte, con una più dettagliata documentazione, sotto il profilo economico e dei contenuti progettuali, sia a valle, in fase di rendicontazione ragionata. Evidenzieremo cioè se sono stati raggiunti e in quale misura gli obiettivi del contributo Cei. Inoltre – prosegue Salvatore, già economo della diocesi di Brescia e dirigente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, due lauree, sposato, con 4 figli – questa maggior corresponsabilità delle diocesi prevede anche una più efficace azione promozionale sul territorio, attraverso i media territoriali e nazionali, per dare conto ai fedeli sia dei bilanci, sia dei progetti caritativi o pastorali che la Chiesa va realizzando. Diversamente i contributi 8xmille possono apparire lontani, quando invece sostengono centinaia di opere vicine a dove viviamo, dalle casefamiglia, alle mense fino alle chiese restaurate. Perché nulla come la trasparenza e la rendicontazione motiva i fedeli a confermare la propria fiducia verso la Chiesa».

È più di un cambio di procedura. «Oggi la Chiesa è chiamata a dare testimonianza anche con standard di trasparenza ed efficacia della sua azione sempre più elevati. Un indispensabile aggiornamento, anche in risposta ad accuse infondate e talora strumentali che le vengono rivolte – prosegue Salvatore –. Il modello di questo upgrading amministrativo e gestionale impresso dai vescovi è quello delle fondazioni di erogazione, che misurano il raggiungimento del risultato. La determinazione Cei dello scorso maggio recepisce l’esigenza di innovazione e allo stesso tempo riconferma che anche la buona amministrazione è di per sé veicolo di evangelizzazione». Del suo incarico al vertice dell’economato Cei, per la prima volta non affidato ad un sacerdote, «è un segno dei tempi e un’opportunità di servizio – dice Salvatore – nel segno degli auspici del Concilio, che valorizza sempre più le varie ministerialità». Oggi oltre una diocesi italiana su 3 ha un economo laico. E in quel 36% di amministratori non presbiteri, che dotano la Chiesa italiana di nuove competenze, si contano anche 6 donne e 8 diaconi.

Fonte: Avvenire

mercoledì 8 febbraio 2017

Mettere il denaro al posto di Dio crea disastri, non solo economici

La conferenza stampa di presentazione
del Messaggio. Da sinistra Chiara Amirante,
monsignor Dal Toso e Greg Burke
 (Siciliani)
Dal successo nel cui nome si può tutto, al narcisismo che inquina i rapporti. Così la parabola dell’uomo ricco e di Lazzaro fotografa il presente
Dal Toso: il Papa indica che ascoltare la Parola ci apre all’altro
Una dimensione orizzontale: l’invito a non essere «ciechi» di fronte alle necessità dei poveri. E una dimensione verticale, che riguarda il rapporto con il Padre celeste. «Chiudere il cuore al dono di Dio che parla ha come conseguenza il chiudere il cuore al dono del fratello». Una lettura in chiave personale: messaggio destinato a ogni uomo. E anche una lettura “politica”: «Quando al posto di Dio mettiamo il denaro, succedono disastri, per esempio a livello economico e ambientale. Anche perché la voce profetica della Chiesa in questi campi resta i- nascoltata». È questa l’interpretazione del Messaggio del Papa per la Quaresima (clicca qui per leggerlo) che ieri, in conferenza stampa hanno dato monsignor Giampiero Dal Toso, segretario delegato del dicastero per il servizio dello Sviluppo umano integrale,e Chiara Amirante, fondatrice della comunità “Nuovi Orizzonti”.
Questo è un Messaggio che aiuta ad aprire gli occhi, ha fatto notare il sacerdote. «In sostanza il Papa ci ricorda che non è indifferente come la persona si relaziona all’altro: se cioè intende la vita come un prolungamento o un’apertura del proprio io». E la “chiave” che permette questa apertura è proprio la Parola di Dio, hanno sottolineato Dal Toso e Amirante. Perché ascoltarla permette di scoprire le necessità dei più bisognosi. Chiudere cuore e orecchie a questa Parola fa diventare simili al ricco della parabola evangelica, da cui il Messaggio per la quaresima prende spunto. «La radice dei mali del ricco – ha detto a tal proposito il sacerdote, citando il documento – è il non prestare ascolto alla Parola di Dio; questo lo ha portato a non amare più Dio e quindi a disprezzare il prossimo». Quindi l’indicazione di Francesco è chiarissima. «Tanto più l’uomo può aprirsi all’azione di Dio – ha ricordato Dal Toso –, tanto più diventa sensibile anche alle persone che gli stanno intorno. Questo è un messaggio molto forte: ascoltare Dio significa anche ascoltare l’uomo. Riconoscere che nell’altro non c’è un pericolo, che non devo avere paura, ma che l’altro è un dono, un qualcosa che mi arricchisce è soprattutto il riconoscimento di una grande esperienza umana».
Tutto questo ha anche sviluppi sul piano sociale. «Anche se questo è un messaggio quaresimale con un forte appello alla conversione individuale, ci sono anche altre dimensioni», ha ricordato monsignor Dal Toso. Ad esempio «una nuova attenzione alle fasce più deboli della società, altrimenti non potremo costruire un mondo nuovo per tutti». Ci sono 50 anni di magi- stero della Chiesa, da Giovanni XXIII in poi, – ha rimarcato il sacerdote – che sottolineano come un certo ordine del mondo possa costituirsi soltanto su alcuni principi fondamentali, ma sappiamo quanto questa voce sia stata ignorata». E alcuni problemi sono nati, ha aggiunto, «anche per il fatto che questa voce profetica è stata ignorata». Anche secondo Chiara Amirante la dimensione socio- politica del testo papale diffuso ieri è palese. «Attraverso la parabola del ricco e di Lazzaro – ha detto – il Messaggio delinea un quadro delle tentazioni dell’uomo contemporaneo: superbia, vanità e attaccamento al denaro, con quest’ultimo che è diventato in pratica il nostro tiranno ». In altri termini «il mancato ascolto della Parola – ha ricordato la fondatrice della comunità “Nuovi Orizzonti” – fa sì che l’idolatria del denaro produca disastri, che il veleno del consumismo si diffonda sempre più, che la mentalità dell’“usa e getta” sia entrata anche nelle relazioni interpersonali, che il “mi piace” abbia preso il posto del vero e che relativismo e narcisismo inquinino i rapporti sociali. Così in nome del successo tutto è permesso». Con il suo Messaggio, dunque, il Papa, ha aggiunto Amirante, «ci dice che il rispetto per la vita dell’uomo va di pari passo con il rispetto dell’ambiente sociale e naturale».

lunedì 6 febbraio 2017

8/9 febbraio – Giovani e lavoro: quale futuro per i giovani nel Sud?

Le Diocesi del Sud Italia e quelle della Sardegna si preparano al convegno dell’8 e 9 febbraio 2017 a Napoli su Chiesa e Lavoro: quale futuro per i giovani del Sud? in collaborazione con gli Uffici per la pastorale sociale e il lavoro.
L’evento si inserisce nel percorso nazionale della Settimana sociale sul tema del lavoro che si terrà a Cagliari nell’ottobre 2017.
Non solo convention ma dialogo e riflessione, parole di speranza per il dramma della disoccupazione, ma anche entusiasmo per esperienze positive di imprese che funzionano, di risorse umane che pensano al lavoro in modo libero, creativo, partecipativo e solidale, come ne parla Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium (192).
Frutto di queste due giornate un documento in cui confluiranno i contributi provenienti da più parti, dalle chiese diocesane che custodiscono esperienze diverse, quelle di chi attende, di chi è deluso, di chi ha smesso di sperare, e di quanti hanno trovato l’occasione, l’intuizione, il coraggio di inventarsi una nuova strada.
Due facce di una stessa medaglia che convivono nelle stesse terre, nei medesimi comuni e costituiscono il sostrato culturale e sociale di un Sud fragile quanto forte di idee e valori.
I Vescovi del Sud provano a parlarne, e chiedono a tutti di tenere vivo il dibattito sul tema, per mostrare non le soluzioni, ma le strade migliori per raggiungerle.

giovedì 2 febbraio 2017

Azzardo. Slot, stretta «morbida» del governo

Alla Conferenza Stato-Regioni il progetto di riassetto. Prevista la riduzione e la concentrazione delle slot ma rischiano di saltare i limiti stabiliti dai Comuni

di Umberto Folena (Avvenire)

Un testo ampiamente annunciato, nelle sue grandi linee. Qua e là condivisibile, almeno delle intenzioni. Ma con molte approssimazioni e lacune, troppe per poterlo giudicare soddisfacente. Il Governo deve fare di più proprio per venire incontro alla finalità dichiarata nelle prime righe della Proposta che presenta oggi alla Conferenza Stato-Regioni in tema di azzardo: «Garantire i migliori livelli di sicurezza per la tutela della salute ». Il testo infatti riconosce il fallimento: l’aumentata offerta di azzardo (definita sempre genericamente «gioco») ha provocato «una nuova emergenza sociale che ha indotto gli Enti locali, in assenza di un quadro regolatorio aggiornato, a scelte in generale riduttive».

A grandi linee, la Proposta propone anch’essa una 'riduzione': l’eliminazione delle 'macchinette' entro l’anno in corso da alberghi, edicole, ristoranti, stabilimenti balneari, circoli privati ed esercizi commerciali ed entro tre anni da bar e tabaccherie che non saranno in grado di trasformarsi in 'categoria A' (dedicando alle newslot – Awp nel nuovo gergo del Governo, ossia Amusement with price, divertimento con premio – una sala apposita); e la riduzione entro l’anno delle stesse newslot in base alla dimensione della superficie dei locali. L’operazione, già prevista dalla Legge di Stabilità, dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) portare il numero delle macchine a 264mila, con una riduzione del 30 per cento. La Proposta prevede anche di «innalzare il livello qualitativo dei punti gioco», ad esempio con una formazione specifica degli addetti per contrastare l’azzardo patologico e addirittura «l’obbligo di segnalazione di soggetti patologici ai servizi sociali del comune e il divieto di accesso per persone soggette alla dipendenza e inserite in programma di recupero ». Ora, una lacuna vistosa della Proposta, e in generale di tutto il dibattito sul tema, è che il numero dei malati di Gap (Gioco d’azzardo patologico) è stimato in 800mila dal Dipartimento nazionale antidroga, della Cnr di Pisa e da Ipsos, e in nessun caso certificato per Sistema Gioco Italia (Confindustria); ma il Governo non ha mai avviato un studio specifico. E molte sono le Asl che nemmeno comunicano al Ministero il numero dei malati in cura.

Come possono gli esercenti 'riconoscere' un malato che entra nel loro locale? Ma il punto di maggiore criticità, nella Conferenza di oggi, sarà sicuramente il potere sottratto agli enti locali: i locali con certificazione di classe A saranno sottratti ad ogni vincolo di distanza minima dai luoghi sensibili stabiliti dai sindaci. Per capirci, a una tabaccheria basterà dedicare l’intero ambiente all’azzardo (non solo newslot, ma anche Lotto e gratta e vinci) per essere di classe A e operare impunemente. Il testo sa perfettamente che questo punto è debole e in coda aggiunge che in una «imprevista situazione emergenziale» gli enti locali potranno agire, d’intesa con Polizia e Finanza, «in deroga alle disposizioni previste dall’intesa». E già l’espressione «imprevista emergenza» è una tautologia da antologia: se un’emergenza potesse essere prevista, non sarebbe più tale... Il testo glissa sul tema della pubblicità, di cui la società civile e un corposo drappello di parlamentari chiedono la proibizione totale, limitandosi timidamente a invocarne la riduzione e rimettendosi a un futuro, auspicabile «confronto a livello europeo ». Ma soprattutto dove sono gli altri giochi d’azzardo? Non ci si ammala solo di newslot e Vlt, ma anche di gratta e vinci, scommesse sportive... e l’azzardo on line? La Proposta del Governo tace fragorosamente. Difficilmente oggi i rappresentanti degli enti locali – che la piaga dell’azzardo la vivono quotidianamente, sulla pelle dei loro cittadini – staranno zitti.

LA CRITICA La Consulta antiusura: rimedio inefficace

La Consulta Nazionale Antiusura esprime una netta critica alla proposta del Governo alle Regioni e ai Comuni per la regolazione del gioco d’azzardo sul territorio. A questo proposito una bozza di "accordo", inspiegabilmente tenuta "riservata" davanti all’opinione pubblica, presenta passaggi anche inquietanti. In primo luogo, equivocando sull’espressione "riduzione dell’offerta di gioco", si confonde l’esigenza - ormai drammatica - di un ritorno indietro da un’inflazione spaventosa di azzardo con la ipotizzata mera "sostituzione" degli strumenti tecnologici (slot machine) e la loro concentrazione in "sale di tipo A". Per il presidente don Alberto D’Urso ridurre il numero di apparecchiature, infatti, non equivale a ridimensionare la quantità di gioco d’azzardo. Per cui, è il giudizio, il rimedio del governo appare inefficace.

Iniziativa. Ecco come aiutare le neo mamme a tornare al lavoro

Al via un percorso per ridefinire la propria vita professionale. Partirà a Milano sabato 25 febbraio alle ore 10

di Maurizio Cacucci (Avvenire)

Sempre più donne, dopo la maternità, si trovano a dover riscoprire e ridefinire la propria vita professionale, per questo Helping Mama, piattaforma di servizi e di sostegno per le famiglie, ha studiato #MiReinvento: un percorso teorico-esperienziale grazie al quale confrontarsi per gestire al meglio la nuova veste di mamma-lavoratrice. Il corso di coaching, tenuto dalla coach Micol Vago, partirà a Milano (Via Bettino Ricasoli, 2) sabato 25 febbraio alle ore 10: quattro incontri che si terranno ogni 15/20 giorni, con l’eventualità di concordare alcuni cambi di date in base alle esigenze delle partecipanti. «Il percorso - spiega Micol - sarà basato sull'ascolto e sulla discussione delle situazioni che le partecipanti vivono nella loro quotidianità. Il coaching, infatti, non dà soluzioni preconfezionate ma è un metodo che fa emergere dalle persone le soluzioni più adatte a loro».

HelpingMama (http://helpingmama.it) è una piattaforma di servizi e di sostegno per le famiglie, fondata da tre psicologhe e una coach, che offre una serie di servizi integrati: dalla consulenza psicologica all’assistenza per il ritorno al lavoro dopo la maternità, dall’educazione cinofila per una felice convivenza con gli amici a quattro zampe al sostegno per affrontare il complesso rapporto tra giovani e web.