La conferenza stampa di presentazione del Messaggio. Da sinistra Chiara Amirante, monsignor Dal Toso e Greg Burke (Siciliani) |
Dal successo nel cui nome si può tutto, al narcisismo che inquina i rapporti. Così la parabola dell’uomo ricco e di Lazzaro fotografa il presente
Dal Toso: il Papa indica che ascoltare la Parola ci apre all’altro
Una dimensione orizzontale: l’invito a non essere «ciechi» di fronte alle necessità dei poveri. E una dimensione verticale, che riguarda il rapporto con il Padre celeste. «Chiudere il cuore al dono di Dio che parla ha come conseguenza il chiudere il cuore al dono del fratello». Una lettura in chiave personale: messaggio destinato a ogni uomo. E anche una lettura “politica”: «Quando al posto di Dio mettiamo il denaro, succedono disastri, per esempio a livello economico e ambientale. Anche perché la voce profetica della Chiesa in questi campi resta i- nascoltata». È questa l’interpretazione del Messaggio del Papa per la Quaresima (clicca qui per leggerlo) che ieri, in conferenza stampa hanno dato monsignor Giampiero Dal Toso, segretario delegato del dicastero per il servizio dello Sviluppo umano integrale,e Chiara Amirante, fondatrice della comunità “Nuovi Orizzonti”.
Questo è un Messaggio che aiuta ad aprire gli occhi, ha fatto notare il sacerdote. «In sostanza il Papa ci ricorda che non è indifferente come la persona si relaziona all’altro: se cioè intende la vita come un prolungamento o un’apertura del proprio io». E la “chiave” che permette questa apertura è proprio la Parola di Dio, hanno sottolineato Dal Toso e Amirante. Perché ascoltarla permette di scoprire le necessità dei più bisognosi. Chiudere cuore e orecchie a questa Parola fa diventare simili al ricco della parabola evangelica, da cui il Messaggio per la quaresima prende spunto. «La radice dei mali del ricco – ha detto a tal proposito il sacerdote, citando il documento – è il non prestare ascolto alla Parola di Dio; questo lo ha portato a non amare più Dio e quindi a disprezzare il prossimo». Quindi l’indicazione di Francesco è chiarissima. «Tanto più l’uomo può aprirsi all’azione di Dio – ha ricordato Dal Toso –, tanto più diventa sensibile anche alle persone che gli stanno intorno. Questo è un messaggio molto forte: ascoltare Dio significa anche ascoltare l’uomo. Riconoscere che nell’altro non c’è un pericolo, che non devo avere paura, ma che l’altro è un dono, un qualcosa che mi arricchisce è soprattutto il riconoscimento di una grande esperienza umana».
Tutto questo ha anche sviluppi sul piano sociale. «Anche se questo è un messaggio quaresimale con un forte appello alla conversione individuale, ci sono anche altre dimensioni», ha ricordato monsignor Dal Toso. Ad esempio «una nuova attenzione alle fasce più deboli della società, altrimenti non potremo costruire un mondo nuovo per tutti». Ci sono 50 anni di magi- stero della Chiesa, da Giovanni XXIII in poi, – ha rimarcato il sacerdote – che sottolineano come un certo ordine del mondo possa costituirsi soltanto su alcuni principi fondamentali, ma sappiamo quanto questa voce sia stata ignorata». E alcuni problemi sono nati, ha aggiunto, «anche per il fatto che questa voce profetica è stata ignorata». Anche secondo Chiara Amirante la dimensione socio- politica del testo papale diffuso ieri è palese. «Attraverso la parabola del ricco e di Lazzaro – ha detto – il Messaggio delinea un quadro delle tentazioni dell’uomo contemporaneo: superbia, vanità e attaccamento al denaro, con quest’ultimo che è diventato in pratica il nostro tiranno ». In altri termini «il mancato ascolto della Parola – ha ricordato la fondatrice della comunità “Nuovi Orizzonti” – fa sì che l’idolatria del denaro produca disastri, che il veleno del consumismo si diffonda sempre più, che la mentalità dell’“usa e getta” sia entrata anche nelle relazioni interpersonali, che il “mi piace” abbia preso il posto del vero e che relativismo e narcisismo inquinino i rapporti sociali. Così in nome del successo tutto è permesso». Con il suo Messaggio, dunque, il Papa, ha aggiunto Amirante, «ci dice che il rispetto per la vita dell’uomo va di pari passo con il rispetto dell’ambiente sociale e naturale».